Psico.Lobo immagina nuove realtà possibili, scoprendo nuovi significati nello spazio urbano (e non) e riattivando luoghi disattivati

“Anche a Raissa, città triste, corre un filo invisibile che allaccia un essere vivente a un altro per un attimo e si disfa, poi torna a tendersi tra punti in movimento disegnando nuove rapide figure, cosicché a ogni secondo la città infelice contiene una città felice che nemmeno sa d’esistere”.
Le Città Invisibili di Italo Calvino

Italo Calvino, all’inizio degli anni ‘70, scrive un poema d’amore alle città, Le città invisibili, in un periodo in cui stava diventando sempre più difficile viverle come tali. Raissa è una delle “città nascoste” che Marco Polo descrive all’imperatore Kublai Khan, una città caratterizzata da un male di vivere diffuso e da un’angoscia generalizzata. 
Nel corso dei quasi cinquant’anni che ci separano dalla pubblicazione di quest’opera, la riflessione sulla vita nei centri urbani si è sviluppata con andamento costante, andando a svelare tutte le potenzialità che una città custodisce e mette a disposizione dei cittadini, ma anche e soprattutto andando ad approfondire tutte le forme di malessere generate dalle frenesie, dalle pretese dalle richieste che la città addossa all’individuo.

Lo sviluppo delle città moderne, caratterizzate da una tendenza alla spersonalizzazione dei luoghi e da una rincorsa verso modelli iper-capitalistici, ha creato degli ambienti poco confortevoli per la vita umana, che è dunque soggetta a traumi quotidiani che diventano sempre più difficili da curare.

In questo scenario, Psico.Lobo si presenta come un progetto creativo interdisciplinare che a partire dal dialogo tra arte performativa e psicologia coinvolge nel suo percorso speculativo una dimensione collettiva, quella di un pubblico che è chiamato a porsi secondo un atteggiamento di azione e reazione.
Fondamento comune tra arte e psicologia è il concetto di relazione, relazione del singolo con altri singoli, con le caratteristiche del mondo che lo ospita ma soprattutto con sé stesso: in prima battuta con il corpo che abita e in secondo luogo con le azioni che compie e i pensieri che genera.Nell’indagare la tessitura delle relazioni che l’individuo elabora, la psicologia gioca un ruolo analitico ed esplorativo che interseca i processi di riflessione e azione creativa.

psico.lobo collettivo

Fondatrice di questo collettivo è la dottoressa Virginia Roghi, psicologa e psicoterapeuta in formazione psicoanalitica che da più di dieci anni si interessa di teatro sperimentale. Il legame tra arte e psicanalisi nasce dal fatto che questa pratica si è sempre occupata di indagare l’espressione individuale e ha visto l’arte come portatrice di un importante valore terapeutico ed educativo.

La dottoressa Roghi è impegnata nella realizzazione di diversi progetti: da quelli svolti con le scuole, al progetto FKF LAB (nato nel 2017 a Milano dentro Macao), luogo di aggregazione di partecipanti provenienti da diverse esperienze, in un format di laboratori di teatro sperimentale in cui però le premesse psy non erano messe in evidenza così come accade in Psico.lobo, nato a Milano a metà 2020.

“Con Psico.Lobo – dice – abbiamo investito anche sul rapporto di continuità, non tanto perché sia importante che siano presenti sempre le stesse persone ma perché questo fa sì che si crei una comunità impegnata in un percorso. L’idea di percorso e di processo implica qualcosa di interessante e molto faticoso, di impegnativo. Quando il gruppo riesce a sostare insieme nel difficile riesce a imparare contemporaneamente tante prospettive diverse. Quando il gruppo lavora insieme, si lavora e si cresce più velocemente svelando i non detti”.

Perno del lavoro di Psico.Lobo sono le attività laboratoriali svolte all’interno del gruppo ma aperte anche a un pubblico eterogeneo, concentrate sulla sperimentazione ed espressione dell’individualità attraverso il corpo e sulla valorizzazione dell’esperienza emotiva nell’esplorazione del linguaggio verbale.
Parole come intimità, identità, violenza, consenso diventano temi di confronto, indagine e dialogo volti all’ apprendimento di sé tramite tecniche ed esercizi tipici della pratica teatrale, artistica e performativa. Il prossimo laboratorio, in partenza a febbraio, avrà come tema Il doppio, come preannunciato nei talk di presentazione pubblicati sulla pagina Instagram di Psico.Lobo.

La performance diventa momento di restituzione del lavoro laboratoriale, di comunicazione e scambio con l’esterno, materia fondamentale della loro pratica curativa.La parte curatoriale di Psico.Lobo è seguita da Sofia Baldi, independent curator, che da diverso tempo collabora con la dottoressa Roghi.
La prima esperienza di collaborazione attiva nel contesto di Psico.Lobo ha portato alla performance La natura è umana avvenuta in occasione della mostra Pensieri ancora possibili curata da Sofia Baldi, che ha esplorato il rapporto tra l’uomo e lo spazio abitato e vissuto, dalla dimensione urbana a quella abitativa, e il tema della perdita di consapevolezza del sé e della propria corporeità, in cui il movimento e una gestualità tautologica sono strumenti che sollecitano il pubblico a sviluppare un pensiero nuovo e rigenerato rispetto al tema dello spazio condiviso e al rapporto tra entità corporee.

People of Ruins, seconda performance del collettivo, nasce invece dal dialogo con l’artista francese Alexandre Bavard e con le opere della sua ultima mostra milanese Acid Bleach presso la Galleria Avantgarden, racconto distopico della contemporaneità avviata a un processo di degrado sociale e umano. Andata in scena il 29 ottobre 2020, in un momento in cui il distanziamento sociale è un dovere civico ma anche un impedimento al normale svolgimento della vita dell’uomo, People of Ruins è la narrazione di un moto di anarchica rinascita dalle macerie urbane e sociali di una tribù che si muove al di fuori delle strutture di una società precostituita. Una performance in cui i corpi si intrecciano in movimenti ancestrali e primitivi come in un rito primordiale che segue le sonorità industriali di una musica prodotta e suonata live dal producer Mace.

In entrambe le occasioni c’è stato un lavoro site specific, in cui i performer hanno lavorato sui luoghi che li hanno ospitati, accogliendone le energie sia in senso fisico che umano e portandole alla luce nella performance, per far sì che lo spettatore si sentisse raccontato anche dalle istanze gestuali. “Nella situazione attuale”, dice Sofia, “mi sono chiesta cosa significasse tornare a fare mostre, se fosse cambiato qualcosa nelle persone e se dovesse cambiare anche il nostro approccio nel fare arte. La risposta è stata affermativa, perché abbiamo avuto un pubblico molto più traumatizzato, di un trauma collettivo. Questa pandemia non ha creato nulla di nuovo ma ha esasperato problemi che erano già in essere. Da qui l’idea di sfruttare i mezzi della comunicazione digitale a favore della cultura, come strumento educativo durante la Digital Week 2021”.

In questa occasione, verrà proposto il laboratorio collettivo gratuito Sano Come un Pesce, che intende trasformare il digitale in uno spazio sicuro e inclusivo, dove l’utente avrà piena libertà di accendere la propria telecamera e il proprio microfono, qualora desideri partecipare attivamente e interagire con il gruppo di lavoro. Il laboratorio, a cura di Sofia Baldi e condotto dalle dottoresse e psicologhe Virginia Roghi, Serena Lo Monaco e Greta Capelli, intende fornire strumenti utili per stabilire relazioni basate sulla cura di sé e dell’altro. Alla base ci sarà lo strumento terapeutico dello scarabocchio clinico, la tecnica del “disegno rapido”, privo di razionalità e consapevolezza, ma ideale per indagare l’inconscio.

performance

Come il filo invisibile di Raissa, Psico.Lobo traccia nuove relazioni tra individui accorciando le distanze che li separano, grazie a una situazione teatrale e performativa in cui Psico.Lobo affronta la mitologia del vivere contemporaneo con spirito analitico e di rinnovamento, per riportare l’individuo al centro del suo vivere attraversando le sue vulnerabilità, i suoi interrogativi e istanze relazionali mirando alla creazione di una dimensione corale e collettiva in cui prendersi cura di sé stessi e degli altri.

Psico.Lobo è stato ideato e fondato dalla Dottoressa Virginia Roghi, psicologa e psicoterapeuta in formazione psicoanalitica, che da più di 10 anni si cimenta in laboratori di teatro sperimentale.
Psico.Lobo è un progetto curato da Sofia Baldi e coinvolge un team multidisciplinare:
Serena Monaco (psicologa e consulente sessuologa),
Greta Capelli (tirocinante psicologa in formazione psicosomatica ed ecobiopsicologia)
Chiara Airoldi (tirocinante psicologa in formazione)
Sara Petretto (laureanda in Archeologia e Storia dell’Arte)
Eleonora Nardo (scenografa)
Ada Karayel (graphic designer)
Roberto Paravia (sound designer)
Marta Marinotti (fotografa e performer)