Made in Palermo, audace e glamour: Il brand Cabina Rizzo è senza compromessi nel non essere perfetto ma unico, mostrandosi nella sua essenziale autenticità.

Un viaggio di sola andata senza ritorno, con destinazione Mondello. Lentamente, senza fretta. Riuscite già a sentire l’odore del mare?

La visione che ritroviamo davanti ai nostri occhi è proprio quella della spiaggia di Mondello, con i suoi colori tenui tra mare, scogli e sabbia. Così, tutto nasce da qui, dai colori che diventano una palette e dalla consistenza dei dettagli che diventano texture.
Ma questo, per Fabiana Rizzo, founder del brand Cabina Rizzo è semplicemente “casa”.

Abbiamo avuto modo di conoscerla e di scoprire la vera storia dietro la semplicità e l’estetica nostalgica del suo progetto.

Cos’è Cabina Rizzo?

Cabina Rizzo è uno spazio, il mio spazio. Quello che mi sono portata dentro da sempre. In questo spazio disegno e realizzo abiti e accessori o abiti accessoriati. Una visione della mia realtà che è sempre stata un’idea di quello che ho intorno e di cui ho capito cosa farne. La mia autodeterminazione, la mia libertà. Piacendo a me stessa piuttosto che piacere alle persone per cui lavorare.

I colori li ho avuti sempre davanti a me, esplosioni di tramonti e albe, fuochi languidi e sabbia bollente. I colori tenui non sono arrendevoli, sono forti anche se non urlati come la sabbia ad agosto che brucia sotto i piedi. 

Sono sempre stata alla ricerca di storie, soprattutto della mia famiglia, mi sono sempre nascosta nel ricordo, nella mancanza, nella malinconia, in fondo l’ho sempre trovato confortevole quel bruciore tra gola e stomaco. Dalla mancanza, arriva il nome “cabinaRizzo” proprio quando quel mondo comunitario, irregolare, imperfetto, esteticamente fortissimo, viene cancellato dal mio paesaggio restando però tra foto e racconti: le cabine di Mondello dal 2020 non esistono più ma io si, ed è per questo che ho cercato un  modo nuovo per dire “mi manchi”.

Da dove/cosa nasce l’idea di crearla?

La mia idea di Mondello è di un luogo estremamente bello, fortemente identitario, ma a rischio, come se in tanti avessero la stessa idea ma che poi, di fatto, di quel luogo non sapessero che farne e spesso ad agire è stata una forza brutalizzante. Così ho proposto il mio viaggio su un mezzo mitico, oserei mitologico, che ha saputo traghettare le stanchezze di tanti palermitani e palermitane nel meritato riposo, la villeggiatura, la tregua del mare.

Qual è la sua essenza o filosofia di fondo?

La mia visione  è influenzata da questa estetica forte e difettosa ma senza dramma, il difetto per me è da evidenziare, l’errore è glamour e audace, non si può piacere a tutti ma certamente si può attirare l’attenzione. 

Rivelaci qualcosa della tua ultima collezione. Perché crearla proprio adesso?

Tutto della collezione del ‘il 6 bello‘ è delicato ma non languido, non arrendevole. Gli accessori sono forti e morbidi, gli abiti hanno linee nette e morbide. I tessuti non armano ma affermano i corpi. 

Qual è l’obiettivo ultimo del tuo brand?

Lo zammù è un alcolico fortissimo ma si può diluire nell’acqua ed ecco una bevanda fresca estiva, familiare e conviviale. Questa è la mia idea della realtà, tutto appare dolce e tenue ma niente è stucchevole. C’è una forza che può stupire dietro al più tenero ricordo.

Interview curated by Natia Girsiashvili