Sulla soglia dell’imago (2021) è l’opera scelta per la prima esposizione di AIRE, una serie di residenze artistiche promosse da Perimetro Fluido. Nel contesto di Zona Blu, Associazione Artistica Culturale, il progetto residenziale si propone di creare nuove forme di collettività e dialogo tra artisti eterogenei.  

«Se gli inventori di performance culturali “mettono lo specchio davanti alla natura”, lo fanno con “specchi magici” che rendono brutti o belli eventi o rapporti che non possono essere riconosciuti come tali nel continuo flusso della vita quotidiana in cui siamo iscritti».

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Courtesy of Marta Mariano

Per l’artista Marta Mariano (Milano,1996), l’arte ha il compito di rispecchiare la contemporaneità. La sua pratica si pone come sovversiva rispetto all’attuale era mediatica della comunicazione, dove il rapporto con l’altro è caratterizzato dal bombardamento di media digitali che il singolo vive in modo unidirezionale, senza poter controbattere. L’atto artistico ha il compito di rivendicare il suo carattere rivoluzionario per creare e modificare i legami con l’immagine bidimensionale. 

L’installazione site specific Sulla soglia dell’imago colloca uno “specchio magico” davanti al linguaggio visivo utilizzato dalla società frenetica, per evidenziare ciò che Jung indica come “rappresentazione inconscia”. Lo spazio della galleria viene diviso in due livelli, sia spaziali che temporali: al piano terra lo spettatore è invitato a descrivere attraverso la parola quello che l’evento fa apparire ai propri occhi.

Identità, dialoghi e movimenti corporei vengono proiettati in simultanea nel white cube presente al primo piano, reificando in questo modo il confine tra processi mentali individuali e l’evidenza fisica della collettività.

Come nella lettura di un libro, l’artista costringe lo spettatore a leggere e a crearsi un’immagine mentale di quello che accade; l’utilizzo di un sensore Kinect, uno strumento che restituisce i movimenti della persona sotto forma di immagine rarefatta, stimola la facoltà di immaginare.
L’opera Sulla soglia dell’imago vuole, quindi, creare una palestra di psicologia cognitiva individuale, che spinge il singolo a superare i propri limiti. 

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Courtesy of Marta Mariano

Nell’epoca dei social, in cui l’attenzione prestata all’immagine è sempre minore, lo spettatore ha bisogno di sentirsi al centro dell’opera, artefice del proprio cambiamento mentale. Questo concetto si concretizza in un’installazione relazionale, che invita lo spettatore a diventare attore e ad entrare psicofisicamente nell’opera al fine di inserirsi in una continua rete sensoriale e comunicativa.

Come nel mondo virtuale, anche l’opera d’arte ha bisogno di informazioni multidirezionali; partecipando collettivamente a un evento, le diverse individualità che interagiscono con l’installazione, producono un accumulo di messaggi capaci di innescare una trasformazione nel pensare, e nel pensarci all’interno del mondo

Per creare una consapevolezza comunitaria bisogna tornare a un linguaggio ludico, a una comunicazione capace di sovvertire le immagini standardizzate che la parola normata ci indica.