“A portrait of a contemporary society conceived in constant progress. But is it accurate or is it a double-edged sword that leads us to decay?”
La moda è un riflesso inevitabile della società contemporanea. Ma è anche un veicolo attraverso il quale definire la propria “dichiarazione delle cose”.

Lo sa bene il duo di giovani(ssimi) designer spagnoli che ha fondato il progetto Onrush W23FH. Una sigla, quella del volo cancellato appena prima di consegnare il progetto di laurea da cui nasce il brand. Per poi essere accostato ad un sentimento ben comune al giorno d’oggi: la fretta, il tempo che scorre, noi sempre di corsa. L’immediatezza che caratterizza il nostro tempo, l’agitazione del ritardo ed il frequente processo di arrivare a destinazione a qualunque prezzo, spesso noncuranti di ciò che ci circonda.

Ed è proprio quello che traspare dalla prima collezione sbarcata alla 080 Barcelona Fashion, la settimana della moda catalana, dal titolo “Almost There”. Il manifesto parla chiaro: siamo tutti “testimoni ciechi di una società decadente”. Futurismo e Pop Art si incontrano in passerella, in un viaggio apparentemente calcolato, da manuale, dove ci vengono presentati modelli e outfit di un’impeccabile perfezione.

Ma poi caos e delirio, l’antagonista assume le sembianze di una realtà distorta, a rappresentazione del decadimento contemporaneo. Qui ci viene mostrato il lato più intimo e corrotto di chi si conforma a questo mondo parallelo nel quale il classismo rimane presente ma perde contatto con la realtà.
Il Futurismo lo ammiriamo nella velocità crescente, negli stessi oggetti mostrati da più punti di vista differenti. La tecnologia e la violenza del trionfo tecnologico sulla natura si scontrano con l’essenza della corrente Pop Art, che eleva l’estetica di beni prettamente di consumo ad opere artistiche.

I due designer Albert Sánchez e Sebastián Cameras, di 24 e 22 anni, londinesi di adozione e con un background di studi di moda, sono particolarmente legati all’arte, la cultura e tutto ciò che riguarda l’apprendimento. I loro stili e valori diversi sono infatti riversati nella collezione, ottenendo un risultato sfacciato e funzionale.

Nato come progetto di tesi, il (quasi) brand Onrush W23FH mira a posizionarsi nel segmento di quei marchi poco affollati che stanno riscrivendo l’immaginario comune e che fungono anche da riferimento. Il consumer finale è un critico, aperto alle nuove waves, cerca qualità creativa e materica e vuole acquistare un concetto nella quale si identifichi.

onrush
Credits: Celina Martins

La collezione di Onrush W23FH è genderless e atemporale e la gerarchia dei capi sparisce. Infatti lo scopo tradizionale di ogni capo si perde in composizioni illusionistiche che ingannano lo sguardo, spesso dando l’idea di incompiuto. Dagli abiti agli accessori, niente sfugge all’estro creativo del duo: tra formalità e streetwear è nato un mix di opere meravigliosamente caotiche, nel quale il “less is more” si misura letteralmente in cm di pelle nuda e dove in realtà nulla è lasciato al caso.

Strutture, pattern e silhouette vengono indagati per essere poi ricostruiti a modo loro, giocando con asimmetrie, irregolarità e decontrazioni. La sensazione è quella dell’indossare la prima cosa che si trova nell’armadio al mattino e l’immediatezza che implica tale gesto. Troviamo così capi attorcigliati, stropicciati, scuciti e ricuciti.
Il processo di sviluppo appare come la satira dell’immaginario comune: il nostro vivere in un costante divenire, tra tentativi di ottenere qualcosa spesso intangibile e con i conseguenti disagi se non la si ottiene.