Un giorno questo mondo sembrava un posto sicuro e tranquillo, ma in realtà non lo era. Qualcuno ha fatto scattare un allarme o qualcosa del genere. 
Questa è un’uscita d’emergenza.

Fire Escape è una selezione musicale delle ultime uscite di questa estate by Acre
Abbiamo fatto scattare l’allarme, ora puoi uscire di qui.

Moritz von Oswald Trio fire escape

Moritz von Oswald Trio – Dissent: Chapter 1-10 

Moritz von Oswald ritorna con un cambio del suo terzetto rispetto all’ultima uscita di sei anni fa (Sounding Lines), ed è accompagnato questa volta da Heinrich Köbberling e dalle versatili mani di Laurel Halo alle tastiere. Il disco qui presente è organizzato in dieci Movements, parola che ben rispecchia l’equilibrio ricercato dai tre in questa tensione ambient-jazzistica a cavallo tra stasi e moto. Si sentono vagamente gli echi di un’impronta dub che più hanno contraddistinto la carriera di von Oswald, tuttavia qui l’intenzione principale sembrerebbe l’improvvisazione in ottica jazz caratterizzata da una nota psichedelica.

Non sempre si riesce a cogliere il quadro d’insieme mano a mano che l’album scorre, che rimane però un ottimo ascolto dell’ultima estate. Sicuramente più apprezzabile da orecchie già allenate ad un certo tipo di sonorità.

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fire escape joy orbison

Joy Orbison – still slipping vol. 1 

Più simile ad un mixtape che ad un album, così come vorrebbe l’autore, il primo full-lenght di Joy Orbison è una vera chicca il cui sound conferma il percorso fatto finora dall’artista britannico, ma aggiungendo qualcosa in più. Ciò che lo rende mixtape, oltre l’intenzione, sono gli innumerevoli frammenti, ritagli, voci e parlati (in un continuum tipicamente UK… vedi Dean Blunt), che provengono principalmente da membri della famiglia del producer. Questo tratto pone in una dimensione intimista il lavoro di Orbison, che musicalmente riesce a coniugare perfettamente i breaks con una pulizia e una nota soft di alcune tracce.

Moltissime le collaborazioni (Lèa Sen, James Messiah e molti altri), che riescono a creare un amalgama di sonorità davvero eccezionale (i beat trap in bernard?, l’house/R&B di Better e si potrebbe andare oltre) e dimostrano il disinteresse da qualsiasi protagonismo del producer. Il sottotono è nostalgico, più o meno voluto. Ma è una nostalgia dolce, tipica della LO-FI house, e, traslata nel quotidiano, la stessa che possiamo provare sentendoci al sicuro guardando delle vecchie foto. 

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nu genea fire escape

Nu Genea – Marechià

Massimo Di Lena e Lucio Aquilina sono tornati quest’anno per rischiarire la nostra estate. Nonostante il cambio di nome, la musica proposta dai due producer napoletani non delude le aspettative rispetto all’eccellente ultimo album del 2018: disco funk di gran classe, con la collaborazione della francese Célia Kameniche che mischia il napoletano al francese confermando ancora una volta l’interesse del duo per un amalgama culturale tipico della capitale partenopea. Sicuramente uno dei singoli migliori dell’estate appena passata. 

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fire escape nightmares on wax

Nightmares on Wax – Imagineering

Un’altra sorpresa di questi ultimi mesi è stata il nuovo singolo di George Evelyn in arte Nightmares On Wax, artista-pioniere della musica elettronica britannica di casa Warp. Ispirato dai suoi viaggi in Asia pre-2020, ci porta un singolo in cui una composizione classica viene affiancata da un beat dal ritmo sensuale, come nel suo tipico stile. Un chill-tune perfetto per i momenti di relax dell’estate appena passata, che anticiperà l’album Shot Out! To freedom… in uscita a breve. 

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dreamcastmoe after all this

dreamcastmoe – After All This 

dreamcastmoe è l’alias del cantante e produttore di Washington D.C. già noto come Dreamcast (probabilmente rendendo omaggio alla nota consolle per videogiochi di casa SEGA). Si è fatto conoscere dai più interessati al sound electro-funk d’oltreoceano per i suoi Lost Tapes. After All This è il suo nuovo EP, che ci porta direttamente tra i meandri della sua voce pastosa, in un misto di R&B ed electro decisamente marchiato U.S.. È un sound mellow, sexy, romantico e funk che trasuda le atmosfere delle metropoli statunitensi, sempre in movimento ma con BPM davvero bassi che creano un mood decisamente ipnotizzante. Molto consigliato. 

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fire escape Caterina Barbieri

Caterina Barbieri (feat. Lyra Pramuk) – Knot of Spirit

Caterina Barbieri lancia la sua neonata label light-years con questa collaborazione che vede al microfono la brillante Lyra Pramuk, nota per i suoi fantasmagorici giochi di voce all’interno delle sue produzioni. Il singolo, infatti, è della durata di 10 minuti ed è composto da un lato dai tipici synth della Barbieri a cui già ci ha abituato con le sue precedenti produzioni, dall’altro dai vocals di Lyra Pramuk che li accompagnano, in un incredibile mix che compone un crescendo caleidoscopico che si risolve poi nel suo climax al sesto minuto circa. La tensione che viene rilasciata ci porta fuori da un tunnel per farci atterrare in mezzo ad un paesaggio sonoro onirico e surreale. Un’ottima presentazione per una label di cui sicuramente sentiremo parlare molto nei prossimi mesi. 

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yves tumor

Yves Tumor – The Asymptotical World EP 

Dopo aver abbandonato (purtroppo) le derive elettroniche dei primi album, Yves Tumor riconferma anche con questo EP di essere più interessato a cavalcare dei generi legati al glam rock, al goth e in generale ad un sound decisamente più radiofonico per i suoi standard. Uscito a sorpresa in Luglio, è un EP composto di sei tracce che scorre piacevolmente e velocemente, evolvendo per certi versi quello che abbiamo sentito nell’ultimo album Heaven To A Tortured Mind. La sensazione è quella di ritrovarsi non davanti a dei punti, ma ad un percorso in continua evoluzione di un artista poliedrico che sicuramente rappresenta quanto di più interessante c’è nell avant-garde odierno. Staremo a vedere. 

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fire escape willow workshop 30

Willow – Workshop 30 

La Workshop è un’etichetta che con gli anni si è costruita una reputazione solida, composta da tante uscite caratterizzate da quell’irresistibile minimalismo capace di muoversi sulle sponde di diversi generi, mantenendo però sempre dei tratti distinguibili (tra cui gli anonimi quanto affascinanti artwork delle copertine). Anche in questo caso abbiamo tra le mani quattro tracce della producer Willow, che ci fanno ballare con una minimal-house semplice e disimpegnata, ma non per questo poco efficaci per quei dj che sicuramente le portano in giro nelle loro chiavette/borse dei dischi. Non viene aggiunto niente di speciale al catalogo dell’etichetta, tuttavia rimane un’uscita dell’estate decisamente apprezzabile. 

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Dj Manny - Signals In My Head

Dj Manny – Signals In My Head

Dj Manny è uno dei capisaldi di quel genere 100% U.S. che è il footwork. Amico di Dj Rashad, altra leggenda del genere, in questo disco il Dj di Harvey grazie alla sua lunga esperienza da produttore (iniziò all’età di 20 anni), riesce a mettere insieme un lavoro che mostra il footwork nella sua completa maturità, influenzando le sonorità con R&B e Chicago House. Disco pubblicato non a caso sulla Planet Mu di Mike Paradinas, la principale esportatrice del sound footwork in terre europee. Pur non deviando mai dal genere, vengono esplorate le relazioni che si creano fra questo sound e una cassa classicamente più dritta; lui lo ha chiamato “romantic footwork”, una definizione su cui non possiamo che trovarci d’accordo. 

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Isaiah Rashad - The House Is Burning

Isaiah Rashad – The House Is Burning 

L’album hip-hop dell’estate è stato decisamente questo. Isaiah Rashad, classe ’91, dopo l’ottimo The Sun’s Tirade del 2016, continua a portare le sue raffinate rime in queste sedici tracce piene di featuring che non possono passare inosservati. Da Lil Uzi Vert a SZA, crea un collage che passa dal Southern Rap a pezzi più trapponi, fino a delle note R&B davvero piacevoli. Il tutto è condito con dei beat che ben si sposano con i chillin moments, un bel proseguimento per un rapper che è solo all’inizio della sua carriera e che sicuramente avrà ancora molto da dirci.

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Headlock - Dragged Away

Headlock – Dragged Away 

Sul versante ambient quest’estate è stata la volta di Headlock, producer di base a New York, al secolo Lou DiBenedetto. L’album è utilizzato, come dichiarato dallo stesso autore, come un modo di elaborare il lutto di due amici. Trattasi infatti di un album emozionalmente denso, in cui l’abrasività noise viene soppesata ad una costruzione tipicamente ambient; l’ora di ascolto è permeata da una nube vapor che ha il sapore scintillante, evocando intrecci magici. Album fortemente narrativo, emozionale ma di un freddo glaciale. Forte e catartico.

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