Calcúra è un editorial visual journey attraverso la Sardegna. Tramite una serie di conversazioni e racconti fotografici Acre ha creato un percorso showcase della scena creativa sarda.
Diverse sono state le voci che si sono raccontate. Ognuna di esse rappresenta un intreccio, una radice nel terreno che crea mondi intimi che aspettano solo di essere scoperti.

Maquìni in dialetto algherese significa avere una fissa, una mania. E’ proprio dalla stessa fissa che nasce un progetto unico nato per valorizzare creativi della scena sarda. Co-fondato da Veronica Peana e Giuseppe Esposito, la rivista accoglie moda, fotografia, arte e cultura diventando un luogo sinergico di tante personalità legate dall’esigenza di esprimersi. Li abbiamo così intervistati lo scorso agosto per il progetto Acre X Calcùra.

Maquini
Credits to Maquìni

Raccontateci il vostro incontro e come sia nato il progetto Maquini a partire dal vostro incontro. 

Veronica: Mi sono laureata in psicologia proprio poco prima della fondazione di Maquini. Ho sempre scritto, proprio perchè mi appassiona da sempre lo storytelling e il concetto di intervista, entrare a contatto con qualcuno e stabilire una certa empatia con la persona che sto intervistando.

Quando Giuseppe mi ha contattata per questo progetto, in meno di 36 ore ho fatto il branding del magazine, quindi il nome e la linea editoriale. Una volta finito era tutto praticamente già pronto. Ci siamo trovati da subito in sintonia. In un attimo abbiamo buttato giù una lista di persone da includere nella prima uscita del 2020. Siamo partiti dagli stilisti che trovavamo interessanti. 

Il focus è sempre stato dare risalto a persone sarde, che operano in Sardegna oppure che hanno realizzato il loro percorso qui, la maggior parte dei creativi son proprio sardi. Il nostro obiettivo però è sempre stato quello di valorizzare il territorio, chi cerca di emergere in Sardegna che non possiede le stesse opportunità di chi vive fuori.

Siamo co-fondatori, io sono la Chief Editor quindi mi occupo di tutti i contenuti: anche i contenuti non scritti da me vengono da me revisionati e sono selezionati in molti casi. Mi occupo anche della comunicazione al di fuori di Maquini quindi tengo le conversazioni e il contatto con chi deve essere inserito, decido il calendario editoriale, discutendo di volta in volta ogni prossima uscita all’interno della redazione.

Giuseppe: I progetti selezionati vengono discussi, c’è la selezione delle immagini ed io rileggo tutti i testi e i vari copy. Lavoriamo a quattro mani per far sì che i nostri articoli e qualsiasi progetto possa uscire con la massima attenzione.

Maquiìni
Credits to Maquìni

Qual è la filosofia alla base di Maquini?

Veronica: Maquini significa avere una “fissa”, sia in algherese – noi siamo di Alghero – che in sardo. La nostra fissa era il magazine, fare dei contenuti di moda anche quando non era un’attività di tendenza, quando non esisteva Instagram. Sia io che Giuseppe eravamo abbastanza fissati, avevamo il ‘maquini’ di fare le cose. Il nostro target si è subito indirizzato a persone che avevano le nostre stesse fisse e da lì è nato anche il nome abbastanza velocemente.

Da lì è diventato un vero e proprio hub, un canale dove convogliare coloro che ci sembrava avessero qualcosa da dire ma senza un posto dove dirlo o un aiuto per raccontare. Come dice Giuseppe, non tutti sono in grado di “parlare”, c’è chi preferisce dipingere, scrivere o fare scultura. Il lavoro del magazine, e il nostro, è quello. Ovviamente il fatto che sia una rappresentanza sarda è un plus perché in Sardegna non c’era una realtà come questa quando siamo nati noi.

Il tessuto della Sardegna è stato da subito molto ricettivo però mi aspettavo che si creasse più facilmente una collaborazione. Di base c’è una certa diffidenza verso persone che danno il via a questo tipo di progetti e magari non hanno sponsor, testimonial che fanno da traino, ecco. Non è stato molto facile farci dare fiducia. 

Giuseppe: C’è voluto quasi un anno e mezzo.

Veronica: Comunque siamo sempre stati contenti delle collaborazioni che abbiamo portato a termine, speriamo che ci sia sempre di più la voglia di farsi scoprire. E quello che ci spinge a provare è il fatto che la Sardegna, pur essendo piccola, è ricchissima di persone che hanno idee, fanno, vogliono emergere. Infatti è proprio il concetto di isola che ti porta a voler attraversare il mare, a farti conoscere e dire chi sei.

calcùra acre magazine
Credits to Maquìni

Ci sono delle influenze, dei riferimenti artistici che vi hanno guidato nella strutturazione del magazine?

Veronica: Il concetto della factory ci ha sempre affascinato perché riguarda il gruppo, cioè fare una cosa in team dove ognuno ha una particolarità e la mette al servizio del progetto finale, questo sì ci ha sempre interessato.

Giuseppe: Le influenze sono tantissime, come detto prima nella nostra chiacchierata. Siamo “multitasking”, abbiamo tante passioni e personalmente riesco sempre a trovare poco tempo per me perché faccio tante cose, spazio dalla fotografia, alla musica e cinematografia. Quindi alla fine le influenze sono tutte dentro, un po’ nascoste e ti vengono un pò spontaneamente.

Anche magari l’ultimo disco che ho ascoltato ha contribuito al prossimo progetto fotografico che deve uscire. Spaziamo tanto e quindi abbiamo sicuramente un subconscio pieno di tante cose che alla fine vanno a completare il puzzle di Maquini.

Quali sono i vostri progetti futuri? 

Veronica: Giuseppe è molto appassionato di pellicola e per me è un mondo affascinante sicuramente perchè mi riporta a certe passioni vintage che coltivo. Quindi abbiamo deciso di dare spazio ad una sezione tutta analogica sul magazine, che sia proprio contraddistinta da quello. Poi curare qualche evento vero e proprio che per motivi pandemici non siamo riusciti a realizzare, diciamo obiettivi abbastanza raggiungibili.

Giuseppe: Anche perchè prima della pandemia un evento al mese veniva organizzato. Facciamo tantissime cose, stiamo cercando di aspettare tempi migliori per tornare a far respirare l’arte che non si respira da tanto, almeno qui nella nostra cittadina e in tutta la Sardegna.

Veronica: Sicuramente pensiamo di aprire sempre a più artisti, creatori, continuare a farci conoscere e a far conoscere.